Mi ha
particolarmente colpito la visione del nuovo corto promosso da Wind,
da pochi giorni presente in rete dal titolo Una grande
giornata.
Dopo il
successo del precedente film on line Papà, Wind vuole
questa volta rappresentare il delicato e controverso legame tra uomo
e tecnologia.
Colpisce
come un'azienda di comunicazione ponga l'attenzione su come la
tecnologia possa essere tanto amica dell'uomo tanto quanto possa
isolarlo dal modo e dalla vita vera.
Il film è
d'impatto, carico di emozione e sensibilità,con un ottima regia
quella di Giuseppe Capotondi
e con la realizzazione della Ogilvy & Mather
Advertising .
Il
protagonista è un ragazzo di 12 anni indeciso se trascorrere la
giornata davanti allo schermo di un device o giocare a calcio con i
suoi amici,alla fine sceglie la vita vera trascorrendo cosi una
giornata indimenticabile.
Sono una di
quelle persone che pensa che la tecnologia e il nuovo modo di
comunicare abbiano contribuito a migliorare la vita dell'uomo.
Con il mio
smartphone posso essere aggiornata costantemente sugli avvenimenti
che corrono nel mondo, posso prendere l'autobus controllando gli
orari grazie alla relativa applicazione, posso rimanere in contatto
con persone che abitano centinaia di chilometri da me e ogni mia
curiosità puo' essere soddisfatta utilizzando google come motore di
ricerca.
Tuttavia
ritengo di conoscere o almeno ho imparato a farlo, il delicato
confine che esiste tra tecnologia e mondo reale.
E questo è
esattamente il messaggio che Wind vuole lanciare nel suo corto:usare
la tecnologia con buon senso poiché certe sensazioni ed emozioni
solo la vita reale puo' trasmettertele .
Le emocion
non potranno mai sostituire l'abbraccio o il sorriso ricevuto da un
amico;leggere un libro di carta non sarà mai come leggerlo in
digitale, l'odore della carta, il contatto dei polpastrelli su di
essa quando voltiamo pagina. Girare per il mercato, sentire il
profumo dei limoni, il mormorio delle persone e le urla dei venditori
non sarà mai come fare la spesa sugli e-commerce.
Un tempo
facevo parte di un circolo letterario, ci riunivamo periodicamente
chiacchierando sul libro del momento e non solo. Poi a causa degli
impegni personali molte delle partecipanti suggerirono di spostare
gli incontri on line su Skype ma per me da allora non fu piu lo
stesso.
Avevo
bisogno di rivolgere i miei pensieri guardando la gente negli
occhi,spostarmi fisicamente da casa mia, entrando in contatto con
ambienti diversi dai miei, fu allora che abbandonai il circolo
letterario.
Creare il
giusto equilibro e mai perdere il contatto con la vita vera, questo
dobbiamo tenerlo sempre a mente!