venerdì 19 ottobre 2012

Tutti i santi giorni - La recensione





E cosi dopo le commedie romantiche dove gli ex compagni di classe si rincontrano per una rimpatriata, e i maschi e le femmine e poi viceversa, si ritrovano impegnati nelle varie vicissitudini sentimentali del caso, Paolo Virzì arriva in nostra salvezza regalandoci una commedia originale, attuale e piena di significato.


Una storia semplice: quella di Guido e Antonia, due trentenni diversissimi tra loro. Lui latinista, colto, dolce e paziente, lei permalosa, ribelle e simpaticamente sfrenata.
Ciò che li lega un amore sincero e appassionato. I loro ritmi di vita sono opposti ma si conciliano perfettamente grazie al coinvolgimento reciproco.
Lui lavora di notte come portiere in una nota catena alberghiera, lei sogna di sfondare come cantante lavorando come impiegata in autolavaggio.

In “Tutti i santi giorni”, il regista livornese abbandona il suo tipico cinismo, concentrandosi sull'amore. Ma attenzione: non aspettatevi espressioni di sentimentalismi mielosi e stucchevoli. Quello che racconta Virzì è un amore semplice, quotidiano, nel quale lo spettatore si identifica perfettamente nelle sue forme e manifestazioni.
Un legame che viene messo a dura prova dalla scelta ed ostinazioni dei due ad avere un figlio che tarda però ad arrivare. Si ricorrerà cosi alla fecondazione assistita con inevitabili risvolti tragicomici.

Da sfondo a questa unione i problemi sociali che gravano su un Italia spenta ed addormentata. La scelta della convivenza,soluzione più economica rispetto al matrimonio e la sottovalutazione di talenti . Guido e Antonia rimangono costretti a svolgere un lavoro diverso dalle proprie aspirazioni e si rassegnano all'inevitabile condizione.
Problematiche che vengono semplicemente accennate poiché principalmente è sul rapporto dei due protagonisti che si vuol far leva.

Attualissimo anche il tema della difficoltà al concepimento e il conseguente ricorso alla fecondazione assistita. Problematica piuttosto diffusa che l'opinione pubblica e i media trattano poco o superficialmente.
Chi di noi non conosce una coppia che ne è coinvolto o se nostro malgrado, non ne siamo noi stessi protagonisti.

Come in “Tutta la vita davanti” anche stavolta Virzì rimane attento ai cambiamenti sociali del tempo rappresentandoli con una forte intensità narrativa
Un film in ogni caso vero dove la stessa spontaneità e bravura degli attori rimane spiazzato lo spettatore, quando si apprende che la protagonista femminile, Thony, cantautrice sicula-polacca, è alla sua primissima esperienza. Coinvolgente anche l'interpretazione di Luca Marinelli, già noto al piccolo e grande schermo;non si può non trovarlo irresistibile, nel suo ruolo da nerd romantico e sfuggente.

Autentici anche i protagonisti secondari, come i vicini di casa perfetti nel ruolo da coatti. O come l'ostetrica, Mimma Pirrè che nella vita svolge realmente la professione, ha fatto nascere tra l'altro lo stesso figlio del regista.
E tanta, tanta ironia e comicità, battute a doppio senso mai volgari ma sempre originali ed intelligenti.

Da ambientazione alla storia, Roma capitale.
Lontana dalle rappresentazioni idilliache della Fontana di Trevi, dei sampietrini e delle luminarie a notte, quella che viene raccontata è una città moderna, europea, con i suoi ritmi frenetici, con la nuova stazione della metropolitana Tiburtina. Una Roma con la sua periferia e con suoi colorati e disperati abitanti.

E poi le musiche. La colonna sonora è interpretata dalla stessa protagonista femminile, Thony, validissima anche nel ruolo di cantautrice. Il brano dei titoli di coda invece è affidato all'amico del regista Simone Lenzi, autore del libro “La generazione” da cui è tratto liberamente il film.
Insomma una produzione corale, oserei dire realizzata tutta “in famiglia”.
Chi non l'avesse ancore fatto, consiglio di andarlo a vedere.

Il cinema italiano non è fatto solo di cinepanettoni o di film ripetuti nelle secondi o terzi seguiti.
Esistono artisti come Paolo Virzì che continuano a ricorrere a quel filone che è il realismo tipico del cinema italiano di un tempo.
E questo ci piace molto.





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